Microbiota e disbiosi

Il tratto gastrointestinale umano ospita un microbiota complesso, ovvero una rete di microrganismi che influisce profondamente sulla salute, sia in condizioni di equilibrio che in caso di malattia. 

Il microbiota intestinale si è evoluto insieme all’ospite, stabilendo una relazione simbiotica che dura da migliaia di anni. Si stima che il tratto gastrointestinale contenga oltre 100 trilioni di microrganismi; i batteri intestinali sono cruciali per il benessere dell’ospite, contribuendo alla regolazione dell’immunità, al mantenimento della salute intestinale e alla protezione contro i patogeni. 

Studi avanzati hanno analizzato oltre 2.000 specie batteriche nel tratto gastrointestinale umano, identificando una varietà di microrganismi che appartengono principalmente a tre gruppi di batteri: Firmicutes, Bacteroidetes e Actinobacteria. 

La diversità microbica nell’intestino cresce rapidamente nei primi anni di vita, raggiungendo una composizione simile a quella adulta intorno ai 2 anni. 

Il microbiota è stratificato lungo il tratto gastrointestinale, con diverse composizioni tra intestino tenue e colon, dovute a fattori come i gradienti chimici e nutrizionali. L’intestino tenue ospita batteri anaerobi facoltativi, mentre il colon supporta una comunità più diversificata di batteri anaerobi che scompongono i carboidrati complessi non digeriti nell’intestino tenue. 

Le ricerche evidenziano che la dieta ha un impatto significativo sulla composizione del microbiota intestinale, in particolare sugli zuccheri e carboidrati presenti nelle fibre alimentari, che influenzano la formazione del microbiota e la produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA). 

I SCFA, come propionato, butirrato e acetato, sono prodotti dalla fermentazione dei carboidrati e svolgono un ruolo importante nella salute intestinale, influenzando la regolazione dell’infiammazione, il metabolismo e il sistema immunitario. Questi metaboliti sono cruciali per mantenere l’integrità della barriera intestinale, migliorare la funzione della mucosa e ridurre l’infiammazione. In particolare, il butirrato ha effetti antinfiammatori e promuove la salute dell’intestino e il ricambio cellulare. 

Il microbiota intestinale contribuisce anche alla sintesi di vitamine essenziali, tra cui vitamina K, riboflavina, biotina, acido nicotinico, acido pantotenico, piridossina e tiamina, la B12 e il folato, che l’ospite non è in grado di produrre autonomamente. I lattobacilli e i bifidobatteri sono i principali produttori di queste vitamine, supportando funzioni metaboliche vitali come la sintesi e la riparazione del DNA. 

Questi microrganismi non solo contribuiscono alla sintesi di vitamine, ma svolgono anche un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’integrità epiteliale. Alcune specie, come Lactobacillus plantarum, sono particolarmente coinvolte in questo processo, e si ipotizza che i batteri possano influenzare anche le proprietà e il turnover del muco intestinale. 

Inoltre, il microbiota intestinale, gioca anche un ruolo nella protezione contro i patogeni. Contribuisce a competere per i siti di attacco e le risorse nutritive, impedendo la colonizzazione da parte di agenti patogeni. 

Sebbene il microbiota intestinale adulto sia generalmente stabile, è soggetto a modifiche in risposta a vari fattori, che possono alterarne la composizione (Disbiosi): le funzioni protettive del microbiota vengono così compromesse, aprendo la strada a malattie infiammatorie e altre patologie. 

Fattori che contribuiscono alla disbiosi intestinale e accorgimenti pratici per prevenirli:

  • Dieta povera di fibre e ricca di zuccheri: un’alimentazione ricca di zuccheri raffinati, grassi saturi e povera di fibra può promuovere la crescita di batteri “cattivi” e ridurre quelli benefici. Le fibre sono importanti per nutrire i batteri buoni, come i bifidobatteri.
  • Uso eccessivo di antibiotici: Gli antibiotici, se usati in modo eccessivo o improprio, possono danneggiare il microbiota intestinale, eliminando non solo i batteri patogeni ma anche quelli benefici. 
  • Stress cronico: lo stress a lungo termine può influire negativamente sulla salute intestinale, alterando la composizione del microbiota e favorendo lo sviluppo di batteri patogeni. 
  • Infezioni gastrointestinali: alcuni patogeni, come batteri e virus, possono alterare temporaneamente o permanentemente il microbiota intestinale.
  • Disturbi metabolici e infiammazione cronica: condizioni come l’obesità, il diabete e altre malattie infiammatorie croniche possono influenzare negativamente il microbiota intestinale. 
  • Fattori ambientali e stile di vita: fumo, alcol e inquinamento possono alterare negativamente il microbiota intestinale. 

Adottare semplici accorgimenti quotidiani, come seguire un’alimentazione variegata, adottare uno stile di vita sano riducendo l’uso di fumo, alcol e antibiotici, praticare attività fisica regolare, gestire lo stress con tecniche di rilassamento e assumere regolarmente probiotici e prebiotici, può contribuire a prevenire la disbiosi e favorire la salute intestinale.

Fonti: 

  1. Thomas S.B. Schmidt et al. Leading Edge.https://doi.org/10.1016/j.
  2. Andrew B. Shreiner et al. Curr Opin Gastroenterol. 2015 January; 31(1): 69–75.
  3. Elizabeth Thursby et al. Biochemical Journal (2017) 474 1823–1836